Scene della Costiera Amalfitana oltre la quarta parete, nelle immagini del fotoreporter Martin Parr
C’è un luogo nel quale le sfumature antropologiche e le divergenze sociali sono disposte in una continuità talmente evidente da formare una scansione architettonica. Tra iterate geometrie di ombrelloni e segmenti di teli sgargianti,nell’alternanza materica delle epidermidi messe a nudo e delle plastiche di materassini gonfiabili, la spiaggia è un teatro balneabile e senza fine, zona trasversale di coesistenza, più o meno tollerante, di simboli condivisi, modelli culturali e riti collettivizzanti.
Un ambiente analitico ideale per lo sguardo, assolutamente non distaccato, di Martin Parr, voyeurista compulsivo delle ossessioni della condizione umana. Lo Studio Trisorio, tradizionalmente interessato alla fotografia del sociale, ha affidato al fotoreporter britannico, dal 1994 membro dell’agenzia Magnum, il compito di osservare la Costiera Amalfitana, zona ad alta densità antropica. Dai paesaggi acquerellati del Grand Tour alla patinatura dei pacchetti all-inclusive, “quasi la più dilettevole parte d’Italia”, scriveva Boccaccio nella seconda novella della quarta giornata del Decameron, la zona è entrata nell’immaginario collettivo stereotipante del turista di tutte le epoche.
Così, vedendo le cose attraverso la prospettiva di Parr, dalla profondità immersiva del fotoreporter al centro dell’azione, in un gioco di specchi per il quale l’occhio che osserva è, a sua volta, osservato, si entra in questo “lunar park” – per dirla alla Ellis – della condizione umana, un luogo follemente caratterizzato, dove realtà e rappresentazione diventano ambiti latenti, dai contorni sfumanti in tratti inquietanti e tendenti al grottesco. Le immagini di Parr, allora, sono sature di colori eccessivi e di forme iper-definite. Tutto è ambientazione, gli sfondi paesaggistici diventano una elaborata scenografia che giustifica la prossemica individuale della danza vacanziera, il cui ritmo è uniformato da un consumismo che controlla i corpi e le cose, imponendo a entrambi la legge universale dello svago. Il teatro dell’intrattenimento ha superato i confini, le trame entrano nel mondo, la lontananza della messa in scena che separa il pubblico e gli attori è annullata, il brutto deve rimanere tale, non sublimato dalla distanza critica e fisiologica della quarta parete. Una luce invadente, che appiattisce e denuda, si riversa suicorpi flessuosi di giovani appena usciti dal mare e sulle membra appesantite di giocatori di carte, su gruppi di turisti assiepati in barchette variopinte e su nuclei di famiglie concentrate nel rituale del pranzo al sacco, assediando l’ombra ristoratrice delle rovine di Pompei e contrastando il refrigerio del cono gelato. Non c’è alcuna differenza tra ciò che è narrato e ciò che si tace,nel reale non può costituirsi un’estetica della finzione, l’osceno ci frana addosso e vuole mettersi in mostra.
Martin Parr – The Amalfi Coast
Fino al 22 febbraio 2015
Studio Trisorio, Riviera di Chiaia 215, 80121 Napoli
tel/fax +39 081 414306
orari: lun-sab 10-13.30 / lun-ven 16-19.30